Immagini di Sorano: la fortezza Orsini

Images of Sorano: the Orsini fortress

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La fortezza Orsini
nella storia di Sorano

testo di Angelo Biondi

"E' posto Sorano in luogo piano ed aperto e dalla parte dell'occidente ha una bellissima veduta e quasi per un miglio discende per un colle molto ripido all'ingù. All'incontro del luogo sorge un monte ripido parimenti e difficile a salirsi, con alcune longhe vie scavate nel sasso così strette che a pena bastano a dar luogo ad un uomo che possa passare. Sotto le radici del monte corre un torrente rapidissimo chiamato da' paesani Lente. In questo loco così erto e pittoresco si distende dal basso alla cima Sorano...La Rocca, posta in piano e nel più alto loco della città, chiude tutte le terre attorno col suo circuito. Le mura grosse vanno attorno attorno alla terra e giungono dalla Rocca fino al torrente predetto, e le fosse vi sono profonde e scavate tutte nel sasso".

Così Francesco Sansovino, nel '500 descriveva Sorano, coglendone con sensibilità da artista le particolari caratteristiche scenografiche, ma anche gli elementi fondamentali che lo rendevano una roccaforte munitissima ed imprendibile, a cominciare dalla Fortezza degli Orsini. Già i primi documenti orvietani che parlano di Sorano nel XII sec citano la sua Rocca. E' facilmente comprensibile che un luogo, fortissimo per natura, fosse stato scelto per erigervi un castello, che fu degli Aldobrandeschi, padroni di un vastissimo feudo esteso in tutta la Maremma tosco-laziale.L'espansione dei Comuni di Orvieto e Siena, nel XIII secolo, mise in crisi la grande Contea degli Aldobrandeschi, indeboliti anche dalla loro divisione nei due rami di Sovana e Santa Fiora. Dai primi del '300 agli Aldobrandeschi di Sovana subentrarono per via matrimoniale gli Orsini, nobile famiglia romana, forte della sua ramificazione in ogni parte dell'Italia Centro-meridionale.Gli orsini lottarono a lungo contro Orvietani prima e Senesi poi, Per mantenere quanto più possibile dell'antica contea. Sorano con la sua Rocca fu il fulcro prioncipale della difesa nelle continue guerre che costellarono i secoli XIV e XV. Numerosi furono gli assedi che Sorano dovette sostenere: in particolare quello dell'esercito Senese comandato da Ranuccio Farnese nel 1416 ed i tre assedi consecutivi dei senesi nelle guerre 1454-55. Mai fu possibile agli eserciti senesi occupare Sorano. Gli Orsini inoltre all'inizio del '500 aggiornarono con tempestività le difese con un fronte bastionato, imposto dalle nuove esigenze derivanti dall'introduzione delle armi da fuoco. Furono così costruite le due Fortezze di Pitigliano e Sorano nei luoghi rimasti saldamente in mano agli Orsini, con l'impiego di famosi architetti del Rinascimento, come Antonio da Sangallo il Giovane. A Sorano la costruzione della Fortezza bastionata sul fronte aperto dell'altipiano, così da chiudere l'unico punto accessibile, raddoppiò l'area della vecchia Rocca e permise la parziale trasformazione di quest'ultima per le esigenze residenziali e di rappresentanza indotte dalle concezioni rinascimentali. Nel corso del secolo furono effettuati abbellimenti ed arricchimenti con opere d'arte, ma la Fortezza fu anche testimone delle tragiche lotte tra i Conti Orsini, figli contro padri, come Niccolò IV che spodestò nel 1547 il padre Giovanfrancesco, poi cacciato a sua volta nel 1576 dopo la morte del padre e del fratello Orso e ancora cacciato dal figlio Alessandro nel 1580. D queste crudeli lotte intestine approfittarono i Medici, Granduchi di Toscana, per impadronirsi prima di Pitigliano ed ottenere poi Sorano, dove fu spostato il presidio militare nel 1590, facendone il fulcro della difesa del confine meridionale a ridosso dello Stato della Chiesa, del Ducato di Castro, e dei Presidi Spagnoli di Orbetello. Un secolo dopo, con l'arrivo dei Lorena sul trono di Toscana la guarnigione fu definitivamente ritirata dalla Rocca. Oggi, pur bisogniosa di restauri e mutilata dall'abbattimento delle mura di ponente per far posto alla fine dell'800 al Palazzo Ricci-Busatti,la fortrezza presenta ancora quasi intatte le caratteristiche fondamentali della sua struttura difensiva: l'imponente Maschio semicircolare che presente che presenta uno stupendo stemma ursineo del 1552 sopra la porta a bugna rigata di travertino, si innesta al centro della cinta muraria per finire ai due bellissimi bastioni d'angolo di San Marco e San Pietro, con le mine sotterranee, i camminamenti di ronda, le feritoie, le cannoniere.Dal grande piazzale interno, che vide in altri tempi raccolte le truppe ursinee di varie parti d'Italia in aiuto al Conte di Pitigliano, si passa scavalcando l'antico fossato sotto il trecentesco torrione circolare, alla vecchia Rocca, dalla forma di grande quadrilatero irregolare. Dal secondo piazzale si scende per rampe di scale attraversando due porte dove fu un tempo un ponte levatoio. Nelle stanze interne si possono ammirare i portali di travertino posti dal Conte Niccolò IV , i caminetti, le vele dei soffitti su peducci di pietra, e infine, nella torre di ponente, lo studiolo signorile affrescato e decorato a grottesche,con l'eccezionale inserimento di un madrigale cinquecentesco a quattro voci su canzone del Decamerone del Boccaccio. Il prezioso ritrovamento fiu effettuato per caso nel 1965 ed oggi l'affresco, restaurato, si trova nella sala municipale, in attesa di poter tornare nel suo luogo originario ad impreziosire le ferrigne mura dela fortezza ursinea di Sorano.